L’occasione si è presentata e ho deciso di visitare Berlino. Non ci ero mai stato e la possibilità includeva una visita a una fiera d’arte che si svolge lì ogni anno. In realtà, non è solo una fiera ma ben quattro fiere d’arte contemporanea nello stesso periodo.
La fiera si chiama Berliner Liste ed era particolarmente interessante per me a causa dei partecipanti. Come nella maggior parte delle fiere d’arte commerciali, vi è uno spazio dedicato agli artisti che vogliono esporre le loro opere senza avere una propria galleria. Tuttavia, sembrava che la partecipazione degli artisti in questa fiera sarebbe stata notevole e la vendita di opere d’arte sostanziosa.
Così ho visitato la Berliner Liste. Lo spazio previsto per gli artisti era pari a quello per le gallerie. Ma le vendite non erano così notevoli come avevo immaginato. Ho anche scoperto che la quota di partecipazione era una somma considerevole per un artista emergente. Detto ciò, non credo che questa fiera avrà alcun futuro, perché le uniche persone che realmente approfittano della sua esistenza sono gli organizzatori.
Certo, non è un momento facile per chi sia coinvolto in un mercato di lusso come quello dell’arte. Ma non riesco a immaginare che gli artisti stessi dovranno svolgere un ruolo finanziario dominante in questo mercato di continua evoluzione. Molti artisti oggi sono disposti a pagare per uno spazio espositivo o per la loro pubblicità. Riesco a capire una ‘superstar’ del mondo d’arte con il potere finanziario che sia in grado di fare questo, ma non capisco il senso di tali spese per un artista non ancora conosciuto.
Una soluzione potrebbe essere la riduzione dell’immenso mercato attuale in uno più piccolo e più selettivo. Ciò potrebbe eliminare dal mondo dell’arte molti elementi non importanti e di distrazione. Ma il problema maggiore rimane quello di ricalcolare il valore intrinseco che l’arte ha nella nostra società, poiché non stiamo parlando di un qualsiasi prodotto di consumo.
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