Ieri sono andato fuori a dipingere, dopo un periodo in cui dipingevo in casa utilizzando delle fotografie che ho scattato a Berlino. Il mio obiettivo principale in questa serie di studi era di lavorare il più velocemente possibile: infatti la velocità m’impedisce di essere prezioso sui dettagli che posso studiare con comodo da una fotografia. E ‘stato un momento produttivo e credo che i quadri rimangano freschi e non sono oberati di lavoro come altri che sono ovviamente dipinti da foto.
Sono andato al nuovo museo di architettura a Roma che si chiama Maxxi, ma non ho potuto dipingere lì, perchè è racchiuso dietro un ricinto che impedisce la visuale dell’edificio dall’esterno. Siccome alle 6 del mattino il museo è chiuso, non potevo entrare. Così ho deciso di ripiegare sul vicino Piazzale Flaminio.
C’è un edificio del diciannovesimo secolo affiancato da alcuni edifici più vecchi, di fronte alle antiche mura Aureliane. Mi è sempre piaciuto lo spazio di questa piazza, anche se, una volta che attraverso le porte del muro e arrivo a Piazza del Popolo, dimentico subito Piazzale Flaminio. L’altra cosa inquietante è che la piazza è diventata un centro di mezzi di trasporto con tram, autobus, metropolitana e il traffico automobilistico che costantemente soffoca lo spazio.
E ‘stato bello lavorare all’aperto di nuovo, ma ho sentito che lavorare con le foto mi ha rallentato un po’ nelle mie reazioni. Sentivo che non riuscivo a catturare la luce con la necessaria velocità. C’era molto movimento nel cielo ed è perfino piovuto un po’ prima che il sole sorgesse.