1 settembre 2013

Pincio
Pincio

Foro Romano
Foro Romano

1 set 2013
I segni della stagione che cambia sono presenti. Le foglie degli alberi, una volta verde brillante, stanno diventando verde terra e gli aghi dei pini cadono. Il cielo dalla mattina mantiene più a lungo il suo colore profondo.

E’ domenica e vado al centro della città in bici, a dipingere un acquerello. Mentre passo, vedo mamme che spingono le carrozzine, un cane si ferma sotto gli alberi del parco per guardare un uccello vicino, le persone in coppie o in piccoli gruppi parlano della situazione politica o dei loro affari privati. Tutti i tipi di veicoli in movimento appaiono momentaneamente nella mia visuale; trenini elettrici, Segways, biciclette, carretti a pedali, sedie a rotelle motorizzate.

La percezione della vita fisica è densa e meravigliosa. Come posso catturarla e tenerla per un tempo più lungo dell’attimo fuggente? Perché dovrei?

Lo spirito dentro di noi è immutabile e infinito, mentre il nostro corpo cambia in continuazione ed è finito. La realtà che possiamo percepire sfugge quanto il mantenere il nostro corpo in uno stato giovanile. Gli artisti possono cercare di catturare qualcosa dell’esperienza materiale, ma di solito è un tentativo vano.

Mi viene da pensare che, come mi siedo a dipingere e cerco di immergermi in questo mondo, mi rendo conto del valore trascendente di quello che sta davanti a me. Penso che sto cercando di infondere il mio sé spirituale in quel mondo reale attraverso un’opera d’arte. La realtà che percepisco, che è transitoria e indefinita, ma misurabile ai miei occhi e alle mie orecchie, è in contrasto con il mio spirito, che è immutabile e invisibile. Sto cercando di mantenere la realtà dentro una bottiglia. Il presente sequestrato dentro uno stato immutabile.

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