Vivo a Roma dal 1986. Per vivere, mi ero organizzato con un nuovo cavalletto portatile francese, lo scheletro di uno zaino che utilizzavo per portare il cavalletto e una bicicletta. Andavo fuori ogni giorno per dipingere en plein air. Ho fatto piccoli quadri su tela e appena ne avevo un pò, usavo un grosso pezzo di cartone per appendere i quadri e venderli, e intanto dipingevo. Non ne ho venduto molti, ma di tanto in tanto, quanto bastava per mangiare. Cercavo di contenere le mie spese.
Una delle cose più interessanti di quel periodo erano i venditori ambulanti. Era prima dell’ ondata di marocchini, africani, cinesi e tutti gli altri che oggi vendono falsi prodotti in serie, copie di accessori di moda e souvenir gadget da due soldi. In quei giorni c’erano solo artigiani italiani che, come me, stavano fuori, creando la loro arte, facendo il loro mestiere mentre cercavano di vendere nel frattempo. Producevano un vero artigianato, di oggetti fatti a mano e bigiotteria originale.
Mi piace l’idea di ‘lavorare’ fuori. È ancora possibile trovare alcuni di questi artigiani veri che vendono la loro merce in luoghi diversi della città. Ma ho rinunciato all’idea di cercare di vendere i miei quadri per le strade: la concorrenza è troppo forte. Chi non sceglierebbe una finta ma meravigliosa borsa di Louis Vuitton o gli occhiali da sole Armani piuttosto che un quadro fatto a mano da un artista sconosciuto?
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