A volte c’è poca consolazione. Fai quello che puoi fare cercando di essere il più onesto e sincero possibile con quello che stai facendo. Ci metti il cuore. Certo, c’ è l’auto-gratificazione. Io sono felice di fare quello che faccio e trovo immenso piacere nel farlo. Ma a volte non è sufficiente.
La pittura è, per me, in primo luogo un’attività spirituale. E’ un momento di grande guarigione per la mia anima. Posso dimenticare tutte le preoccupazioni e i problemi della mia vita quotidiana. Ma non si tratta di fuggire. Si tratta di entrare. Entrare nel mondo con gli occhi spalancati, compreso il mio terzo occhio ossia quello ‘spirituale’.
Tuttavia, dopo che un artista produce un’opera d’arte, l’opera entra nel mondo reale come un’entità reale: un oggetto. E noi viviamo in un’epoca in cui a tutto è dato un valore monetario. Così ho finito il mio quadro e mi chiedo ‘Che valore ha questo?’ Naturalmente, c’è il materiale che viene utilizzato per dipingere: ogni tubo di vernice, pennello e tela ha un costo. Ma qual è il valore reale?
Questo tipo di domanda è causa di grande angoscia per me. Cerco di non pensarci tanto e solo andare avanti con il mio lavoro. Tuttavia, ci penso. Ad esempio, ciò che vale di più, un paio di scarpe buone oppure una borsa, un buon pasto per due persone in un ristorante, o un dipinto. Questo quadro potrebbe durare molte generazioni (un oggetto raro oggi) o potrebbe finire nel bidone dei rifiuti.
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