La pittura all’aria aperta (en plein air) richiede considerazioni particolari. Una di queste considerazioni è lo spazio individuale per il lavoro. Quando gli artisti lavorano in uno studio, lo spazio è definito da un locale fisico. Ciò significa che lo spazio può essere modificato in base al piacere e all’utilizzo, secondo le abitudini lavorative dell’individuo. La scelta di uno studio è di solito una preoccupazione primaria per questo motivo. Ne consegue che, in molti casi, il lavoro svolto da un artista è un riflesso del suo studio.
Distinto è il rapporto tra lo spazio di lavoro e il pittore en plein air. La pittura all’aperto si occupa di tutta una serie di paradigmi che sono molto diversi da quelli dell’ atelier. L’obiettivo dell’artista en plein air è di trovare un modo per essere fisicamente presente su suolo pubblico e rimanere concentrato sul lavoro in questione.
Alcuni artisti vivono e scelgono di lavorare all’aperto, ma in luoghi deserti silenziosi. Altri brandiscono le loro attrezzature nei centri urbani, dove i passanti e il traffico possono intervenire in ogni modo immaginabile. Il primo modo consente alla bellezza meditativa della natura di migliorare l’esperienza artistica del pittore. Quest’ultimo invece stimola le attività vibranti di movimento e di costruzione che sono alla base del principio del cittadino.
Tuttavia, in entrambi i casi, la preoccupazione principale del pittore è trovare se stesso, da solo davanti alla tela con l’ispirazione che guida la ricerca. L’aspetto di essere ‘solo’ anche nella situazione più urbana, dà al pittore la dimensione necessaria per la creatività.
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