Non ho paura del futuro. Vedo il futuro come una sorta di spazio e penso che è importante perché, come artista, posso progettare e integrare me stesso in quello spazio. L’arte ha il privilegio straordinario di creare un legame con il futuro in un modo molto speciale.
Se si considera, ad esempio, il commercio e la finanza, che lega con il futuro in un modo simile, il rapporto si basa sulla ‘previsione’ del soggetto nello scegliere quello che potrebbe verificarsi nel futuro. Questo è il ruolo del collezionista nel mondo di Arte. L’artista fa anche questo, ma abbiamo un altro compito in più.
Al momento sto lavorando con il computer per creare delle immagini. Io non sono interessato a prevedere cosa potrebbe accadere o diventare una tendenza in futuro perché sto participando in quello che già accada. L’enfasi non è sull’ ‘incassare’ sul fatto che ho lungimiranza e forse un giorno ci sarà una ricompensa. Invece, chiudo gli occhi a ciò che ‘potrebbe’ succedere e mi concentro sul quello che è qui e ora. Faccio che il futuro accada dentro di me.
Naturalmente, utilizzare un nuovo mezzo porta anche in gioco il passato. Devo essere in grado di adattare le mie capacità alle tecniche tradizionali nel contenitore del nuovo. Per alcuni artisti, questo è inconciliabile. Per me, si tratta di un’avventura.
Cerco di non giudicare il mio lavoro in termini di ‘successo’ o ‘fallimento’, ma di capire che c’è un processo coinvolto e sono parte di questo processo e tutto ciò che faccio può contribuire alla pienezza e soddisfazione del mio essere; fisico, psichico e spirituale.
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Credo che l’artista debba mirare, come dici tu, alla piena soddisfazione del proprio essere: fisico, psichico e spirituale, cioè
poter esprimere ciò che ha dentro, ciò che sente di dover condividere con gli altri. Non importa se gli altri non riescono a raccogliere il messaggio.
Ora, in tutto questo non credo abbia molta importanza il mezzo attraverso il quale l’artista si esprime. Può essere il computer o
la manipolazione della fotografia (Andy Warhol) o bruciando
plastica e tela iuta (Burri) o ancora bucando le tele (Fontana) solo
per citarne alcuni. In ogni caso grazie Tony per le tue riflessione e complimenti.
Grazie Piero per il commento. L’artista è maestro del mezzo – sono d’accordo con te – ma talvolta, specialmente sperimentando con un nuovo mezzo, l’artista si sente meno sicuro.